Centro
Studi Erickson
Sebbene gli interventi di tutela dei minori e delle loro famiglie appaiano
da tanto tempo gravati da innegabili affanni, per la soverchiante
complessità delle situazioni affrontate, molte sperimentazioni virtuose ci
informano che lavorare in un altro modo è possibile. Buone prassi
altamente istruttive si segnalano a tutti i livelli, sia in quello
generale della governance politico-amministrativa, sia in quello della
dirigenza dei diversi enti coinvolti nell’erogazione dei servizi, sia nel
cruciale livello dei singoli professionisti coinvolti nelle dirette
decisioni sul campo (assistenti sociali, educatori, psicologi clinici,
magistrati, ecc.). Il classico dilemma tra esigenze di immediato controllo
dei rischi e quelle delle più lente e meditate azioni recuperative –
entrambe prioritarie – deve necessariamente risolversi in format
organizzativi capaci di rispondere all’incessante domanda di sicurezza,
umanità e razionalità che giunge loro da territori sempre più complicati e
fragili. La fatica primaria di questa ricomposizione di istanze
apparentemente inconciliabili grava da tempo soprattutto sulle spalle dei
singoli professionisti. Stretti, da un lato, nella tenaglia della
burocrazia e delle procedure e, dall’altro, da aspettative tecnicistiche a
volte inutilmente esasperate, gli operatori sociali e sanitari –
perennemente in trincea sulla linea del fronte – sono chiamati a rompere
l’accerchiamento e a contrattaccare con idee e pratiche metodologicamente
sensate e innovative.
Il convegno intende documentare e portare allo scoperto le buone prassi di
tutela minorile che, a livello nazionale e internazionale, hanno saputo
creare esperienze efficaci di reale promozione della condizione minorile,
specie delle situazioni più a rischio, e possono essere diffuse
trasferendole, con opportuni adeguamenti, ad altri contesti. Particolare
attenzione verrà data a una ‘lettura relazionale’ di questi interventi,
vale a dire alla loro capacità di essere riflessivi e consistenti nel
gestire i contesti relazionali, facilitando il dialogo e la
compartecipazione alle decisioni tra i diversi soggetti interessati
(minori, genitori, altri familiari, volontari, professionisti, ecc.), pur
senza disattendere la cornice normativa del controllo istituzionale.
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